sabato 31 agosto 2013

QUANTE COSE NON SAPPIAMO DEL LATTE

Le informazioni che riceviamo sul latte sono le solite legate al fatto che rappresenta una buona fonte di calcio, ricco di proteine, alimento indispensabile nella crescita e molti altri input che vengono ossessivamente registrati nelle nostre menti.

Vi riportiamo qui di seguito uno spezzone di un interessante articolo di Luciano Gianazza in cui prendiamo in considerazione delle verità inquietanti sulla realtà del latte che arriva nelle nostre tavole.



“Indipendentemente dal fatto che il latte di mucca va molto bene per i vitelli e non è un alimento adatto all’alimentazione umana e nessun animale raggiunta l’età adulta beve latte, quello che compri al supermercato o in latteria non ha nulla in comune con il latte munto dal contadino.

Il latte di mucca è un fluido malsano, proveniente da animali malati che hanno un’ampia gamma di malattie pericolose, che contiene sostanze che hanno un effetto negativo cumulativo su tutti coloro che lo consumano.

venerdì 16 agosto 2013

MANGIO E DORMO. ANZI MEGLIO DI NO

Un trucco per superare la stanchezza fisica, uno dei disturbi più diffusi nella società moderna. - di Alessandro Gandini - Il classico “abbiocco” dopo pranzo è un problema che colpisce molte persone, ma non è affatto naturale.
Sebbene l’organismo spenda molta energia per la digestione (infatti è altamente sconsigliato interferire con i processi digestivi facendo attività fisica o intellettuale), questa dovrebbe avvenire quasi “silenziosamente” e dovrebbe lasciarci un senso di appagamento, non certo di sonnolenza.
Cosa provoca la sonnolenza dopo pranzo? Il colpevole è quasi sempre il carico glicemico, ovvero la misura di quanto ciò che mangiamo fa salire la glicemia (concentrazione di glucosio nel sangue) provocando la famosa altalena insulinica: un pasto con alto carico glicemico provoca un brusco innalzamento della glicemia, a cui seguirà l’intervento dell’insulina che ne abbasserà il livello drasticamente, al di sotto del livello normale, provocando stanchezza sia fisica sia mentale e addirittura fame di carboidrati (infatti in questa situazione il cervello si ritroverà a corto di energie).
Carico glicemico, questo sconosciuto
Forse, leggendo queste righe, avrai associato il carico glicemico al più noto indice glicemico (divenuto famoso “grazie” a diete, come la Montignac, che si basano esclusivamente sulla scelta di alimenti a basso indice glicemico), tuttavia si tratta di valori diversi: quello che molti non sanno è che il carico glicemico è molto più importante e preciso!
Infatti esso tiene in considerazione non solo il tipo di alimento, ma anche la quantità che ne mangiamo. Ora, a nessuno consiglierei mai di tener conto del carico glicemico di ogni cosa che mangia, ma il succo del discorso è che gli alimenti ad alto indice glicemico (esempio le patate bollite), se mangiati in quantità ridotta, sono preferibili ad altri a basso indice glicemico (esempio un piatto di pasta) ma consumato in grosse quantità! Qualche consiglio per preparare un pasto a basso carico glicemico
Ovviamente, più mangi e più il carico glicemico sarà alto, quindi la prima regola è mangiare sempre fino a sazietà e mai oltre (anche perché così facendo andrai incontro ad altri tipi di disturbi digestivi, come pirosi, digestione lenta ecc).
In secondo luogo, non esagerare con i cibi ad alto indice glicemico: ad esempio puoi diminuire la pasta (molto meglio se integrale) e completare il pasto con una piccola porzione di legumi, che hanno basso Indice Glicemico e inoltre sono ricchi di fibre, sostanze protettive, amminoacidi e micronutrienti.
La cosa migliore poi sarebbe aprire il pasto con una porzione di verdure crude o cotte, digeribili, dissetanti e sazianti, poiché ricche di fibre.
 In conclusione, non credere di poter eliminare l’abbiocco dopo il pasto con un semplice caffè: la caffeina dà subito abitudine e addirittura sarà l’eventuale cucchiaino di zucchero a darti il colpo di grazia (questo spiega come mai certe persone sostengono che il caffè “faccia venire sonno”)!

Fonte: http://www.losai.eu/sonnolenza-dopo-pranzo-fai-attenzione-al-carico-glicemico/